Nuove Generazioni, imprese globali e la sfida della competitività
14:00
11 settembre 2023
Scuola IMT Alti Studi Lucca, Piazza S. Francesco, 19 - 55100 Lucca
Durante l’evento “Nuove Generazioni, imprese globali e la sfida della competitività” è stato messo in evidenza come la formazione sia una delle più importanti leve attivate dalle imprese estere per attrarre nuovi talenti. L’89% delle imprese a controllo estero, infatti, investe su questo aspetto in percentuale maggiore rispetto alle altre realtà imprenditoriali presenti in Italia, affiancando alle attività formative tradizionali anche il training on the job, la partecipazione a convegni, workshop e seminari e attività di auto-apprendimento.
L’evento è stato un’occasione per affrontare il tema degli investimenti in risorse umane nel suo complesso: dalla formazione del capitale umano in Italia, alla collaborazione tra il mondo dell’università e quello delle imprese estere e all’individuazione delle competenze necessarie a proiettare le aziende nel futuro.
Come emerge dagli studi dell’Osservatorio Imprese Estere (Vol. III, “Le imprese estere in Italia: tra segnali di ripresa e nuovi rischi globali”) quasi tutte le realtà a capitale estero svolgono attività di formazione (9 su 10) a differenza delle altre imprese residenti (meno del 70%). Inoltre, il tasso di partecipazione è molto elevato: 700 dipendenti su 1.000 sono interessati a queste attività di formazione, mentre nelle altre imprese non superano i 500. Non solo, le attività di formazione hanno un focus molto specifico sulle capacità gestionali e manageriali, due competenze fondamentali per lo sviluppo delle carriere e per la gestione degli scenari complessi in cui operano le multinazionali.
“I dati parlano chiaro: le imprese italiane a capitale estero danno una grande rilevanza agli asset intangibili nelle loro strategie di crescita e, in particolare, le analisi testimoniano l’attenzione delle imprese estere alla qualità e alle competenze delle risorse umane.” ha dichiarato la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria e Presidente di ABIE, Barbara Beltrame Giacomello. “I talenti ad alto potenziale hanno bisogno di un’offerta di formazione che gli permetta di sviluppare le loro qualità per poi metterle a disposizione dell’azienda. Per questo l’Advidory Board Investitori Esteri di Confindustria, insieme alle nostre imprese associate, ha elaborato un progetto formativo dedicato a manufacturing, leadership, sustainability e business management, rivolto ai loro talenti”.
“Nonostante le incertezze a livello globale, le imprese a controllo estero in Italia – ha spiegato Armando Rungi, professore di Economia alla Scuola IMT – hanno continuato a investire proprio su quel fattore – il capitale umano – che ci consentirà di governare la trasformazione industriale già in atto, che è digitale e ambientale allo stesso tempo. In un’ottica di filiere produttive globali sempre più complesse, occorre pensare a migliorare le condizioni per una collaborazione locale tra imprese domestiche e imprese estere, per trarne i maggiori benefici anche in termini di formazione di capitale umano”.
“Quella della formazione del capitale umano è una questione globale che non può essere affrontata senza considerare l’importanza delle connessioni tra territori in un sistema più ampio di quello nazionale e persino europeo. In Italia l’impatto del mismatch è del 48%, ciò significa che le imprese non trovano metà delle risorse che cercano. E senza risorse preparate non si può competere”, ha detto Giovanni Brugnoli, Vice Presidente per il Capitale Umano di Confindustria. “. Proprio per questo bisogna allargare gli orizzonti e mettere in campo strategie nuove anche per importare nuove competenze: andando ad esempio a formare in modo strutturato risorse all’estero, per poi attrarre talenti nel nostro Paese. Abbiamo già una riconosciuta capacità internazionale di tante nostre università e di sempre più ITS che dobbiamo valorizzare. Dobbiamo fare, appunto, sistema e il contributo delle imprese a capitale estero è e sarà sempre più determinante”.
“Le competenze della forza lavoro sono tra i principali elementi considerati nelle scelte localizzative degli investitori esteri: competenze tecniche specializzate, essenziali in un contesto caratterizzato dalla doppia transizione (digitale e sostenibile) e capacità manageriali adeguate a gestire il cambiamento”, ha aggiunto Marco Bodini, Presidente di Fondirigenti. “Gli investitori esteri svolgono, in questo senso, un ruolo decisivo, alzando l’asticella degli standard e facendo da traino per tutto il sistema delle PMI. Rafforzare il ruolo della formazione continua, a partire da quella manageriale, è dunque la strada maestra per migliorare il posizionamento del nostro sistema economico in termini di attrattività”.